Ignazio La Russa ospite di Piero Chiambretti in “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” si confronta su fascismo e Juventus.
Ignazio La Russa, attuale presidente del Senato, è stato ospite di Piero Chiambretti nel programma televisivo “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, andato in onda su Rai3. Durante l’intervista, La Russa ha affrontato argomenti personali e politici, dando vita a momenti di forte ironia e riflessione. Una delle domande più provocatorie di Chiambretti ha riguardato l’antifascismo e il calcio, due temi che hanno sempre suscitato dibattito attorno alla figura del cofondatore di Fratelli d’Italia.
L’origine del nome: tra storia e provocazione
Durante l’intervista, Chiambretti ha scherzosamente sottolineato il nome completo di La Russa: “Mi chiamo, all’anagrafe, Ignazio Benito Maria”, ha spiegato La Russa, aggiungendo che la scelta del nome non dipese certo da lui: “Il nome non l’ho scelto io, ero troppo piccolo”. Questa dichiarazione ha scatenato reazioni, in particolare per il riferimento al nome Benito, legato a Mussolini.
Chiambretti ha poi notato che dal 1994, quel secondo nome non appare più nella “Navicella”, l’annuario ufficiale che raccoglie foto e biografie dei parlamentari italiani. Alla domanda se fosse una scelta voluta, La Russa ha risposto prontamente: “Non c’è? Non lo sapevo, farò rettificare”.
La Russa ha affrontato anche il tema del caso Open Arms, dove Matteo Salvini, vicepremier, rischia sei anni di carcere per la sua gestione degli sbarchi di migranti. “Sono un avvocato penalista e sono abituato a richieste della pubblica accusa che poi il Tribunale non accoglie”, ha dichiarato La Russa, mostrando piena fiducia nell’assoluzione di Salvini.
Secondo lui, la richiesta di condanna rappresenta un eccesso ideologico più che una valutazione oggettiva dei fatti: “Confido, conoscendo la vicenda dal lato politico, che il Tribunale accolga la tesi difensiva e mandi completamente assolto il mio amico Matteo Salvini, glielo auguro di tutto cuore”.
La domanda provocatoria su antifascismo e Juventus
L’intervista si è chiusa con una battuta che ha fatto discutere. Chiambretti ha provocato La Russa chiedendogli se si sentisse “più antifascista o antijuventino”. La risposta di La Russa ha sorpreso molti, soprattutto a sinistra: “Posso dire che lunedì vado a pranzo con Moggi… Vuole dire che non sono mai ‘anti’ ma sempre ‘pro’, pro verità sempre”. Una risposta ambigua che ha lasciato aperta l’interpretazione sul suo posizionamento, suscitando commenti e reazioni in particolare negli ambienti di sinistra.